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di Maria Lazzari
pag. 184, 2025
Descrizione
Esce finalmente un documento che contribuisce alla conoscenza di una donna “normale” quanto straordinaria, Maria Lazzari (1903-1945), morta nel Lager di Bergen-Belsen nella primavera del 1945. Di lei si riteneva che non avesse lasciato scritti, ma la storia, coi suoi tempi, restituisce sempre brandelli di verità che possono lumeggiare fatti e persone apparentemente privi di interesse.
Le pagine delle sue “Lettere all’amica”, una sorta di diario ritrovato a Milano e pubblicato ora in un’edizione curata da Patrizio Zanella, possiedono un singolare valore testimoniale e letterario. Riflettono il clima politico e sociale che si viveva a Padova alla vigilia della Grande Guerra e negli anni Venti, quando in città arrivò il fascismo. Maria Lazzari, in queste righe dal sapore autobiografico, dà il meglio di se stessa in una prospettiva esistenziale che sa indagare in profondità l’animo umano, rivelando gioie e tormenti.
Maria Lazzari: padovana, madre di una figlia, dopo la firma dell’Armistizio 1943 partecipa, assieme ai membri della sua famiglia, alla lotta di liberazione nella resistenza. La loro abitazione, nel ghetto ebraico della città, diventa un importante punto di riferimento anche per molti perseguitati razziali. Nell’autunno del 1944 è arrestata assieme alla sorella Parisina. Da Trieste, nel carcere del Coroneo, il 10 gennaio 1945 viene deportata in Germania nel Lager di Ravensbrück. Sopravvissuta alla Marcia della morte, muore a Bergen-Belsen, lo stesso campo in cui morì Anna Frank, pochi giorni prima della liberazione. È inserita nell’album del «Giardino dei Giusti del mondo di Padova».





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